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TEMI DIBATTUTI DEL CONFLITTO

Introduzione

In un mondo sempre più globalizzato e soprattutto in un'Europa dove le relazioni tra Stati si sono intensificate nel corso degli anni, la presenza di una guerra comporta conseguenze significative anche per gli abitanti delle nazioni non direttamente coinvolte.

Di seguito proponiamo fonti per informarsi su tre dei temi maggiormente dibattuti riguardanti il conflitto:

1) La crisi umanitaria

2) Il riarmo

3) Le sanzioni economiche

Le fonti contengono approfondimenti in ambito politico, economico e sociale tenendo conto di una visione internazionale che comprenda i punti di vista degli Stati che abbiamo ritenuto svolgere un ruolo rilevante nell’evoluzione degli eventi.

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Crisi umanitaria

Si tratta della più grave crisi umanitaria in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale.

Per comprendere meglio la portata di tale evento, chi è coinvolto e le soluzioni che sono state introdotte per fare fronte a tale crisi, consultare i siti riportati.

Sguardo numerico

La maggior parte delle informazioni presenti online riguardanti il numero di rifugiati ucraini e in quali paesi sono ospitati sono elaborazioni ottenute a partire dalla raccolta dati svolta dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, che tutela i diritti e il benessere dei rifugiati in tutto il mondo a partire dal 1950.

Chi sono le persone che abbandonano l’Ucraina?

Per lo più donne, minori, anziani e persone con disabilità, coloro che abbandonano il Paese sono la fascia fragile della popolazione a cui non è stato impedito di lasciare il Paese.

 

9 marzo 2022: In fuga dall'Ucraina anche disabili, anziani e un milione di bambini (avvenire.it)

10 marzo 2022:Ucraina, la fuga silenziosa degli anziani: tutta la vita in una borsa - Il Mattino.it

22 marzo 2022: Ucraina, la crisi dei minori separati e l'allarme dell'Unicef: «3,3 mln i bambini sfollati» - L'intervista - Open

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Descrizione generale della situazione europea dal punto di vista del riarmo dopo l’inizio della guerra:

Diversi governi europei hanno annunciato l’intenzione di voler aumentare le proprie spese militari, dopo una riduzione che proseguiva dagli anni Settanta e che solo di recente aveva subìto una leggera frenata.

Dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi, la maggior parte dei Paesi europei hanno più che dimezzato la quota del PIL che assegnavano alle spese militari, protetti sia da una solida alleanza militare con gli Stati Uniti sia dal processo di integrazione politica, sociale ed economica che ha portato alla nascita dell’Unione Europea.

Riarmo

Il tema del riarmo è stato trattato da 2 prospettive differenti, ossia quella dell’incremento delle spese militari nei vari paesi e di quali paesi hanno deciso di inviare armi all’Ucraina.

Investimenti dei vari paesi europei per il riarmo:

Quali stati hanno aumentato o hanno intenzione di aumentare le spese per la difesa?

Italia

da 1,6% a 2%

Polonia

da 2,2% a 3%

Danimarca

Germania

da 1,4% a 2%

Svezia

Aumentare da 1,6% 

UE

strategic compass

Chi ha inviato armi in Ucraina:

Stati Uniti

Turchia

Regno Unito

Canada

Germania

Spagna

Francia

Norvegia

Svezia

Finlandia

Polonia

Slovacchia

Romania

Lettonia

Lituania

Estonia

Slovenia

Repubblica Ceca

Belgio

Paesi Bassi

Grecia

Giappone

Italia

Diversi pensieri sull’invio delle armi:

 2 FEBBRAIO 2022

Un gruppo di Paesi che ha per ora scelto una via di mezzo, ossia rafforzare non direttamente l'esercito di Kiev bensì aumentare il sostegno militare al confine Ue con l'Ucraina: Francia (soldati in Romania) e Olanda

Le sanzioni economiche 

L'obiettivo delle sanzioni economiche sono di rispondere alla guerra militare con la guerra economica. I destinatari sono Russia e Bielorussia mentre i partecipanti sono Europa, altri paesi occidentali e USA. 

Tipologia di Sanzioni

  • Misure finanziarie

  • Petrolio e gas

  • Beni di lusso (import ed export)

  • Trasporto aereo

  • Singoli politici e oligarchi

  • Difesa ed energia

Misure Finanziarie

01.

Il divieto di qualsiasi forma di prestito alle banche e al governo russi (compresa la Banca centrale) e di acquisto dei titoli da loro emessi

02.

L'imposizione del congelamento dei beni e del divieto di finanziamenti a una serie di banche russe

03.

Il divieto totale di qualsiasi operazione con determinate imprese statali russe in diversi settori, ossia con il complesso industrial-militare del Cremlino

04.

Il chiarimento del fatto che le cripto-attività rientrano nell'ambito di applicazione dei "valori mobiliari"

05.

Il divieto di rating della Russia e di società russe da parte delle agenzie di rating del credito dell'UE e la prestazione di servizi di rating ai clienti russi

06.

L'estensione a tutte le valute ufficiali dell'UE dei divieti in materia di esportazione di banconote e vendita di valori mobiliari

07.

Il divieto di prestare alla Russia servizi per le cripto-attività di elevato valore

08.

Azioni mirate contro l'élite russa vietando i depositi cospicui presso le banche dell'UE.

09.

Concordando di escludere le principali banche russe dal sistema SWIFT, il più importante sistema di messaggistica finanziaria al mondo

10.

Vietando gli investimenti in progetti cofinanziati dal Fondo russo per gli investimenti diretti. È stata vietata anche la fornitura di banconote denominate in euro alla Russia.

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Misure restrittive per il commercio: divieto di esportazioni e importazioni

L'UE ha deciso di intervenire non con un aumento dei dazi all'importazione, bensì con una serie di sanzioni che comprendono divieti di importazione o esportazione di merci, in particolare

Sanzioni beni a duplice uso e prodotti tecnologici avanzati:

Inasprimento dei controlli esistenti sulle esportazioni di beni a duplice uso per colpire settori sensibili del complesso militare-industriale russo e limitare l'accesso della Russia a tecnologie avanzate fondamentali come:

  • Droni e software per droni

  • Software per dispositivi di cifratura

  • Semiconduttori ed elettronica avanzata.

Ampliamento dell'elenco delle persone ed entità colpite dalle sanzioni a ulteriori oligarchi ed élite del mondo degli affari collegati al Cremlino e alle società attive nel settore militare e della difesa che procurano sostegno logistico e materiale all'invasione.

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Sanzioni per il settore dei trasporti:

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  • Divieto di esportare, vendere, fornire o trasferire alla Russia tutti gli aeromobili, parti ed attrezzature per aeromobili.

  • Divieto di fornire qualsiasi servizio di riparazione, manutenzione o finanziamento pertinente.

  • Chiusura dello spazio aereo dell'UE a tutti gli aeromobili di proprietà russa, immatricolati in Russia o controllati dalla Russia, compresi i jet privati di oligarchi.

  • Restrizioni all'esportazione di prodotti per la navigazione marittima e di tecnologie di radiocomunicazione.

  • Divieto totale di attività di trasporto stradale di merci da parte di operatori russi e bielorussi attivi nell'UE (si applicano eccezioni riguardanti settori essenziali, quali i prodotti agricoli e alimentari, gli aiuti umanitari e l'energia).

  • Divieto di ingresso nei porti dell'UE per le navi battenti bandiera russa (si applicano eccezioni a trasporti a fini medici, alimentari, energetici e umanitari).

Sanzioni per il settore dell’energia:

Il divieto di esportazione di tecnologie specifiche di raffinazione, che si aggiunge all'attuale divieto per le attrezzature petrolifere in vigore dal 2014, renderà più difficile e costoso per la Russia ammodernare le sue raffinerie di petrolio.

 

Ampio divieto di nuovi investimenti nel settore energetico russo in senso lato, con limitate eccezioni per l'energia nucleare civile e il trasporto di determinati prodotti energetici verso l'UE.

Sanzioni Bielorussia:

Un pacchetto di sanzioni contro la Bielorussia che colpisce i settori nevralgici e le persone più importanti che sostengono lo sforzo bellico russo.

Sanzioni per colmare le lacune esistenti e imporre ulteriori restrizioni alle importazioni e alle esportazioni in settori economici chiave:

Conseguenze delle sanzioni economiche:

Le sanzioni economiche sicuramente hanno l’intento di limitare ed indebolire la base economica del paese sanzionato, in questo caso la Russia. Durante la guerra in Ucraina, gli USA, l’Europa e altri Paesi occidentali, hanno adottato misure economiche e finanziarie di vario genere, volte ad aumentare l’inflazione e il conseguente deprezzamento del rublo, inoltre sono state bloccate tutte le possibilità di compiere delle transizioni di denaro da uno stato all’altro, oltre all’impossibilità di utilizzare le riserve di denaro depositate in altre banche europee. 

La decisione poi dell’Europa di bloccare le forniture di gas russo, hanno causato si un importante danno economico, poiché il ricavato dall’esportazione di gas rappresenta il 28% del Pil, nonostante ciò, ci sono alcuni paesi che, pur avendo limitato le forniture di gas, hanno ancora una dipendenza dalla Federazione Russa, che riutilizza le entrate per finanziare la guerra.

Il blocco delle importazioni di materiale tecnologico dell’Europa, ha messo in ginocchio il commercio e lo sviluppo tecnologico della Russia, anche se quest’ultima ha stretto numerosi accordi con la Cina.

Purtroppo però la misura delle sanzioni economiche ha anche dei risvolti negativi su chi le ratifica.  In prima battuta, la guerra economica intrapresa dall’Europa e dagli USA, permetterà alla Russia di stringere ulteriori rapporti di qualsiasi natura con la Cina.

Gli USA saranno poco toccati a livello economico, poiché gode di una sostanziale autosufficienza in tutti campi, soprattutto in quello energetico, in quanto possiedo il GNL (gas naturale liquido), che sta diventando uno delle principali soluzioni per sostituire la dipendenza dalla Russia, soltanto che ci sono ancora dei problemi di natura tecnica e soprattutto ecologica, per portare a compimento l'obiettivo finale, essere indipendenti dalla Russia.

In tutto questo il vecchio continente, l’Europa sarà la principale vittima della crisi economica dopo l’Ucraina, per via di una sostanziale dipendenza dagli USA, in quanto non è in possesso di una potenza tale per affrontare le conseguenze economiche. Il problema principale sarà come gestire il blocco del gas, è necessario dunque che si trovino nuove soluzioni che possano concludere la dipendenza dal gas russo, anche se non sarà una cosa immediata e di facile compimento.

Considerando il peso di Mosca e Kiev nel commercio globale (poco più del 2%) sembrerebbe intuitivo pensare che la crisi economica generata dal conflitto possa restare circoscritta. In realtà, buona parte del Pil dei due Paesi è generato dalla vendita di materie prime difficilmente sostituibili nel breve termine. Per questo, il conflitto, inserendosi in un contesto già difficile per le materie prime, sta ulteriormente accelerando un trend al rialzo dei prezzi iniziato con la ripresa post-pandemia.

I prezzi spot del gas olandese (Dutch TTF) sono più che raddoppiati nei giorni successivi all’invasione russa, raggiungendo il valore record di 345 euro per Megawattora: dieci volte i valori di inizio 2021. Alle stelle è andato anche il prezzo del nickel, indispensabile per l’industria siderurgica, al punto da venire sospeso due volte sulla borsa di Londra per eccesso di rialzo. Mentre l’importanza di Ucraina e Russia nella produzione globale di cereali ha fatto crescere di oltre il 20% le quotazioni del grano, tanto che paesi dalle regioni più disparate del mondo, dall’Ungheria all’Indonesia e India, cominciano a vietare l’esportazione.

Le economie avanzate faranno così i conti con un’ulteriore spinta inflazionistica e il pericolo di stagflazione. I Paesi a basso e medio reddito rischiano invece una rinnovata instabilità politica per l’aumento dei prezzi del cibo. Un’eventualità che solo in alcuni casi (Golfo e Sudamerica in primis) potrà essere compensata dagli alti ricavi per la crescita dei prezzi delle altre commodities esportate.

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