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NEWS

ALLE ORIGINI E COME CONOSCERLE

Le fake news o notizie false sono ormai un fenomeno molto diffuse, ma vi siete mai chiesti se esistono da sempre? Potremmo dire di sì, tuttavia alle loro origini presentavano forme diverse da quelle attuali: per questo parliamo di voci e leggende

Voci: narrazioni, o frammenti di narrazione, che si presentano come informazioni credibili, se non assolutamente certe. Non necessariamente le voci danno notizie false, a volte anticipano informazioni che si riveleranno del tutto o in parte vere MA lo fanno comunque sempre in forma vaga, imprecisa e non verificabile; hanno la forma delle notizie ma vengono di continuo rielaborate nel corso della loro diffusione orale.

Leggende: Sono anche in questo caso racconti, che circolano in modo simile alle voci, ma se ne differenziano perché si tratta non di notizie attuali ma di narrazioni di tipo più tipicamente mitico. In poche parole sono storie vicine all’orrido o al soprannaturale, spaventano/affascinano chi le ascolta e sono raccontate in momenti di vita collettiva ed in esse ricorrono i seguenti temi: fantasmi, cannibalismo, alieni, mostri, protagonisti sfuggenti o anonimi, unione di elementi reali con verosimili e altri falsi.

STORIA

Il fenomeno delle fake news che conosciamo oggi è legato all’idea stessa di notizia che nasce con il giornalismo tra il ‘700 inglese e l’800 in tutti gli altri paesi europei: a Parigi era diffuso il fenomeno del canar (foglietto giallo che veniva distribuito nelle piazze che qualche volta conteneva fatti veri ma nella maggior parte dei casi si trattava di cose inventate; poi venne sostituito dalla vera e propria notizia falsa infilata nei giornali).

 

Negli ultimi anni si è sviluppata l’“infodemia”, un’abbondanza di informazioni che rende difficile distinguere le fonti affidabili. La “infodemiology”, disciplina che studia l’infodemia, è nata negli anni Novanta e ha prodotto diverse griglie di valutazione: si sono infatti affermate le figure dei “fact checker”, professionisti che si occupano di verificare l’attendibilità delle informazioni e di smascherare le notizie false. 

Fact-checking di Open è un progetto giornalistico indipendente (italiano) che mira a monitorare notizie false e fuorvianti, fornendo un servizio di corretta informazione e degli strumenti necessari ai cittadini per imparare a riconoscere le bufale, la misinformazione e tutte le altre falsità che minano la società e il processo democratico.

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Disinformazione

Basata su notizie false create appositamente per sviare l’avversario, come fanno le agenzie di intelligence o le forze militari ma anche le aziende se vogliono confondere i concorrenti prima del lancio di un prodotto. Il concetto di disinformazione si distingue da “misinformazione” (misinformation), che rimanda a un’informazione che può essere anche solo involontariamente falsa.

SOCIAL NETWORK

Il mondo dei social network ha radicalmente cambiato il paradigma del discorso pubblico da un duplice punto di vista.

 

Da un lato ha favorito la diffusione del pensiero alternativo e della controinformazione, dall’altro ha incrementato la diffusione di false informazioni. La rete è nel bene e nel male «una società a “potere diffuso” nella gestione della divulgazione di contenuti online» e questo comporta il rischio che la stessa rete sia in grado di inquinare il public discourse veicolando informazioni false.

 

Questo risvolto negativo della rete e in particolare dei social networks ha contribuito ad un inquinamento del public discourse. Il fenomeno delle false notizie non è un fenomeno nuovo, ma oggi assume una rilevanza notevole a causa dello sviluppo dei social networks, uno strumento che permette una maggior diffusione delle stesse.

Prima di analizzare il ruolo dei social network nel mondo dell'informazione, è necessario fare una premessa sul motivo per cui si è arrivati ad un’importanza così ampia di questi ultimi. Essi infatti sono correlati all’evoluzione della complessità sociale che si ha avuto. 

EVOLUZIONE DELLA COMPLESSITÀ SOCIALE

Dinamica di comunicazione in un contesto a bassa complessità sociale.

Con l’aumento della complessità sociale, i limiti di questa modalità di diffusione delle informazioni diventano critici: il numero elevato di intermediari nel passaggio di mano delle informazioni ne comporta la sua degradazione. Dunque la necessità di una fonte con alta affidabilità nelle società complesse aumenta.

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FAKE NEWS NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Notizie false, leggende, superstizioni, profezie, propaganda sono state protagoniste di questo conflitto.  

Perché, per esempio, quando i tedeschi invasero il Belgio nel 1914 lo misero a ferro e a fuoco e commisero crimini di guerra tra i civili?  

  • Da prima dell'invasione cominciarono a circolare nell'esercito tedesco diverse voci sulla brutalità dei belgi, uomini o donne che fossero, e in particolare c'era l'idea che li avrebbero accolti un agguerrito corpo di franchi tiratori. Quei cecchini non erano mai esistiti, e la popolazione aveva ricevuto ordini di non opporsi, ma poi il caso ci ha messo la mano. 

  • Le facciate delle case belghe avevano di solito delle feritoie. Servivano semplicemente per montare facilmente le impalcature in caso di lavori. Ma agli occhi del soldato tedesco diventarono la prova che erano circondati da cecchini, e che le voci sui brutali belgi erano vere. A tutto ciò si aggiunse l’importante ruolo della stampa e della propaganda nel pompare la leggenda durante l'invasione. Le voci dei soldati viaggiano nelle retrovie e ritornano al fronte ancor più terribili, ancora più false, grazie alla stampa e alle notizie degli ufficiali fatte circolare tra i soldati. Quei giovani erano stati spediti al fronte con la testa già piena di storie sugli abitanti del paese. L'invasione diventò nota come lo stupro del Belgio, e gli alleati ingigantirono i crimini di guerra (che senza dubbio c'erano stati) con lo stesso obiettivo: il nemico non era umano. Il racconto orale tornò essere una fonte di notizie per i soldati. Questi vivevano generalmente in fazioni isolate e distanti dalla altre. Un importante punto di contatto erano i fornitori che assieme ai viveri portavano oralmente notizie da una parte all'altra. La trincea fungeva da camera di risonanza di false notizie rinforzate dagli stati d’animo dei soldati e dal modo di pensare che confluiva in una sorta di pensiero unico che fungeva da terreno fertile per il proliferare delle false notizie.

  • I NO-VAX del passato. Venne vociferata la falsa notizia secondo cui le vaccinazioni erano un mezzo attraverso il quale lo Stato aveva deciso di avvelenare i bambini, in modo da ottenere un risparmio, per esempio nei sussidi alle vedove di guerra. Gli oppositori al vaccino trovavano giustificazione nella reale scarsità di generi alimentari e l'aumento del costo della vita. 

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FAKE NEWS NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

La storia della Shoah e dell'Olocausto di milioni di persone ha un'origine molto attuale, in questo clima di fake news che avvelenano il clima e il dibattito politico.

Infatti, in principio furono dicerie: fumosi proclami in nome di una presunta superiorità della razza ariana. Poi, con l'ascesa di Hitler al potere (1933), gli slogan lasciarono posto a leggi discriminatorie.

  • Così, in un crescendo, si arrivò ai ghetti, ai primi massacri e alla pianificazione della famigerata soluzione finale: il progetto che istituiva i campi di sterminio. PRIMA DEL III REICH. La propaganda antisemita in Europa non iniziò con il terzo Reich, ma molti secoli prima. In origine aveva basi soprattutto religiose (i cristiani attribuivano agli ebrei la responsabilità della morte di Gesù). 

  • Dopo la rivoluzione francese (1789), con la secolarizzazione della società, i partiti nazionalisti diedero all'antisemitismo una connotazione politica: ritenevano gli ebrei responsabili di una cospirazione giudeo-bolscevica che minacciava i valori della società tradizionale cristiana. 

  • A gettare benzina sul fuoco fu, nel 1903, la divulgazione di una delle più celebri fake news della storia: i Protocolli dei Savi di Sion, un falso documento "ritrovato" nella Russia degli zar che parlava di una cospirazione ebraica e massonica per impadonirsi del mondo. Il presunto complotto fu poi presentato per la bufala che era nel 1921, dal Times, con alcuni articoli che ne svelavano genesi e falsità. 

  • CAPRI ESPIATORI. Hitler intercettò l'odio verso gli ebrei e ne fece la sua bandiera politica. Il malcontento in Germania, dopo la disfatta della I Guerra mondiale, stava mettendo a dura prova la tenuta sociale del Paese. Lui ebbe l'intuizione e la capacità di farsene carico e nel suo Mein Kampft (1925) disse di chi era la colpa: principalmente (ma non solo) degli ebrei. "Se gli Ebrei fossero soli su questa terra, essi annegherebbero nella sporcizia e nel luridume, combattendosi ed eliminandosi in lotte gonfie d'odio" scriveva. Il futuro Führer con queste parole sapeva di guadagnare consenso tra un popolo ridotto in miseria e di aprirsi la strada al cancellierato (1933). 

FAKE NEWS NELLA GUERRA IN UCRAINA

Che la verità sia la prima vittima di ogni conflitto è luogo comune vero da sempre. Ogni guerra vede sempre le parti in causa alimentare notizie false o manipolate per raggiungere i propri scopi. Tuttavia certe bufale sono talmente goffe da superare ampiamente i limiti della tollerabilità. Alcuni casi, in occasione della guerra in Ucraina li abbiamo visti direttamente sui principali media italiani. Videogiochi di guerra spacciati come immagini di missili lanciati sull’Ucraina, vecchie esercitazioni militari fatte passare come immagini in diretta e inviate “dal fronte” con l’elmetto in testa circondate da tranquille signore con le buste della spesa: ancora una volta le principali testate italiane stanno facendo una figura pessima.

 

Certo, è anche vero che la rapidità con cui si stanno susseguendo gli eventi dopo la decisione di Putin rende impossibile parlarne eliminando del tutto la variabile aleatoria. Ma fra questo aspetto “fisiologico” del dare notizie e la disinformazione totale, alimentata da fake news, ce n’è di differenza: com’è possibile confondere il filmato di un videogioco con un bombardamento reale? Sembrerebbe assurdo, eppure è successo il 24 febbraio durante l’edizione delle 08:30 del Tg2 incentrata sulla guerra Russia-Ucraina. 

 Il telegiornale del secondo canale della Rai, quello che in teoria fa servizio pubblico con i soldi versati dai cittadini attraverso il canone, ha mandato in onda un video di War Thunder, il videogioco free-to-play militare sviluppato da Gaijin Entertainment.

Ma a rendere tragica la cronaca dei fatti ucraini da parte del mainstream italiano non vi sono solo le bufale e le immagini non verificate, ma anche un certo gusto per il sensazionalismo degli inviati. Un atteggiamento che potrebbe essere considerato meno grave, ma che certamente non aiuta a migliorare la fiducia dei cittadini nell’informazione. È il caso andato in onda a La7, con l’inviata in Ucraina Francesca Mannocchi ripresa con l’elmetto in testa mentre parla con il tono concitato di chi si trova sotto le bombe, mentre a pochi metri da lei tranquille signore passeggiano con le buste della spesa in mano. 

Tra la disinformazione ufficiale disseminata dal Cremlino, secondo cui in Ucraina non è in corso una guerra bensì solo "un'operazione militare", e le manipolazioni dei telegiornali di Mosca, una mega fake news è diventata virale sui social negli ultimi giorni: quella secondo cui la guerra è appunto una fake news, un'invenzione dei media.

 

Il primo caso del genere è il video di un giovane uomo e di una giovane donna a cui qualcuno cosparge il viso di sangue finto, come presunta prova che non c'è nessuna guerra in Ucraina e che le vittime civili del conflitto sono degli attori assunti per recitare la parte. In realtà il video è stato girato sul set della serie tv "Contamin" nel 2020 in Ucraina, come rivelano gli scatti pubblicati su Twitter che mostrano l'attore subito dopo dietro le quinte.

C'è poi un video di Fox News che mostra due ucraini che imbracciano fucili di legno: anche questo viene usato da profili fedeli alla Russia per affermare che la guerra è un falso. In realtà è stato girato a metà febbraio e mostra l'addestramento dei civili ucraini nell'eventualità di un'invasione russa.

Learning Ukrainian

ORA TOCCA A TE!

Distingui le notizie vere da quelle false 

01

Armi biologiche letali nato in una base sotto Marjiupol. L’ Austria preoccupata di liberare Le prove dei crimini contro Putin. Putin che ha i migliori servizi segreti al mondo lo sapeva – 3500 persone nascoste sotto terra – di cui tutti i capi di stato europei sapevano (ma noi Cittadini europei no !!) Che complottavano contro di lui. Ora – conoscendolo...non li Mollerà. O si arrendono o saranno uccisi ancor prima di uscire dai tunnel ma in realtà Sono già morti perché i capi di stato nato non vogliono che testimonino. (Twitter)

02

«Ucciso in Ucraina il nipote di un viceministro del Cremlino», l’indiscrezione dai media indipendenti
russi
L’ufficiale Adam Khamkhoev, nipote del viceministro della Difesa russo Yunus-bek Yevkurov, sarebbe stato ucciso durante i combattimenti
notturni in Ucraina. A riportare la notizia è il giornale indipendente russo Novaja Gazeta, che cita il media locale The Magas Times.
Khamkhoev, faceva parte degli ufficiali di uno squadrone d’assalto aereo a guida dell’Inguscezia, la Repubblica russa da cui proveniva e
di cui lo zio, il viceministro Yevkurov, era stato presidente.

03

Mosca: «Il rallentamento della guerra in Ucraina? È intenzionale, non vogliamo vittime civili»
Il ministro della Difesa Shoigu ha assicurato che la Russia non fermerà la cosiddetta «operazione militare
speciale» in Ucraina «finché tutti i risultati non saranno raggiunti»

04

La mossa di Putin: passaporti russi a chi vive nelle zone occupate

05

Giornalista fa irruzione nel Tg ucraino per dire a Zelensky di dimettersi!! (www.Anza.it)
La clip è diventata virale e molti si sono preoccupati per il destino della ragazza.
Una donna irrompe in una trasmissione televisiva ucraina, brandendo un cartello con la scritta: «Zelensky dimettiti, smettila di drogarti e
torna a fare l’attore». Un gesto che ricorda quello della giornalista Marina Ovsjannikova, la dipendente di Channel One che poco più di una
settimana fa aveva interrotto una trasmissione in diretta sulla tv di stato russa sventolando un cartello con la scritta: «No alla guerra,
fermate la guerra». Oltre al video, circola anche uno screenshot come quello condiviso nel gruppo Facebook Italiani di Russia.

06

LA BANDIERA SOVIETICA RIMPIAZZA QUELLA UCRAINA A MARIUPOL!
Molti utenti hanno condiviso le immagini riferendole all’attuale assalto della città ucraina da parte dei russi.
Un collage di foto condiviso negli ultimi giorni sui social afferma che adesso una bandiera sovietica sventola sulla vetta delle Acciaierie Ilych
di Mariupol, e che ha preso il posto di una bandiera dell’Ucraina.

07

Bambina ucraina con fucile e lecca lecca,
si tratta di una vera e propria soldatessa!!!

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